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cap. xiii. — il rapimenti di maduri 185

che si poteva confondere con quello delle oche selvatiche sibilanti o con quello d’un serpente in collera.

Un momento dopo si vide una forma nera ed allungata uscire fra le canne e dirigersi verso la riva. Era una barca montata da quattro uomini armati di fucili.

— Sei tu, Durga? — chiese il francese.

— Sì, signore — rispose il luogotenente — e conduco il padrone.

— Amali — esclamò il capitano, profondamente commosso all’idea di poter abbracciare l’amico, dopo tanti lunghi anni di separazione.

La barca in pochi istanti attraversò la distanza e toccò la riva.

Un uomo, vestito da cingalese, balzò a terra, strinse la mano al francese, poi si gettò fra le braccia, già aperte, del capitano, dicendo:

— Finalmente ti posso rivedere, mio bravo Binda.

— Amali — esclamò il capitano. — Il mio futuro signore! Ecco il più bel giorno della mia vita!

— Ne verranno altri migliori, amico, — rispose il re dei pescatori di perle. — Siamo tutti pronti. Signor Jean Baret, come potrò ricompensarvi? Durga mi ha raccontato tutto e approvo pienamente il vostro progetto, l’unico che possa riuscire.

— Sono ben lieto di esservi utile, — rispose il francese. — Se il diavolo non ci mette la coda, fra poco il piccolo Maduri sarà vostro e l’ostacolo che vi impedisce d’agire sarà levato per sempre. Avete condotto solo due uomini con voi?