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178 | sul mare delle perle |
— Domani noi saremo sul Bangalore del futuro marajah di Jafnapatam. Andiamo ad assistere alla battuta dei coccodrilli e aspettiamo questa sera. Vedrete quale sorpresa preparerò a tutta questa gente.
Il marajah, impaziente di cominciare la caccia, aveva dato gli ordini opportuni perchè si cominciasse subito la battuta.
I quattrocento uomini, divisi in drappelli di venticinque ciascuno e armati tutti di picche, si erano scaglionati sulle rive della palude, lasciando fra un gruppo e l’altro uno spazio di dieci o dodici metri.
Quell’acquitrino melmoso non aveva che quattro o cinque piedi di profondità e l’acqua era di un colore che stava fra quello del caffè e quello dell’inchiostro.
I coccodrilli pareva che non si trovassero a disagio fra quelle acque morte, perchè se ne vedevano a centinaia, alcuni quasi sommersi ed altri stesi sugli isolotti sabbiosi, a godersi il sole.
Ad un segnale dato dai tamburi, tutti quegli uomini avevano cominciato ad immergersi, sollevando il fondo fangoso.
S’avanzavano lentamente, piantando ciascuno la sua picca dinanzi ai piedi ed incrociandola con quella del compagno più vicino, per impedire che qualche coccodrillo azzannasse, sott’acqua, le loro gambe.
Il marajah ed i suoi cortigiani, dall’alto degli elefanti assistevano allo spettacolo, incoraggiando i cacciatori con urla selvagge. Jean Baret ed il