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cap. xii. — le caccie del marajah | 177 |
— Che questa sera venga qui col canotto e si nasconda presso quel gruppo di canne che tu vedi laggiù, alla nostra destra. Se tutto va bene, noi lo raggiungeremo col ragazzo.
— Devo tornare qui?
— Sì, dopo il tramonto, onde nessuno ti veda.
— E voi renderete furiosi gli elefanti?
— Sono deciso a farlo.
— Chi vi aiuterà?
— Il capitano, il quale è deciso a seguirci per mettersi alla testa dei pescatori di perle.
— Signore, io vado a cercare Amali. Fingerò di andare alla caccia degli uccelli acquatici per non destare sospetti.
— A questa sera.
— Sarò laggiù, presso quelle canne, col padrone e con un drappello di pescatori.
Il francese tornò indietro, fischiando fra i denti, mentre Durga sparava fucilate seguendo la sponda.
— È partito? — chiese il capitano, quando lo vide tornare solo.
— Sì e questa sera Amali sarà qui.
— Io tremo pel re dei pescatori di perle. Se il marajah avesse qualche sospetto?
— Bisognerebbe che fosse un indovino od uno stregone ed io non lo credo dotato d’una simile potenza — rispose Jean Baret. — Siete deciso a unirvi ad Amali e a lasciare il marajah?
— Sono dieci anni che sospiro questo momento — rispose Binda, — Voi non potete immaginare l’odio che nutro verso questo principe che ha ucciso il mio miglior amico, il fratello di Amali.