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contenterò d’una di queste tigri. Ne serberò la pelle per ricordo di questa grandiosa caccia.

— Ora domandate troppo poco, signor uomo bianco. Quando saremo tornati a Jafnapatam, penserò a ricompensarvi come vi meritate.

— Vostra Altezza farà quello che le piacerà, quantunque il mio merito sia stato ben piccolo: una semplice palla che ha colto il bersaglio a tempo e nulla di più.

— Che io pagherò mille sterline senza contare un cospicuo regalo, signor uomo bianco — rispose il marajah. — Ditemi ora, avete mai assistito ad una battuta ai coccodrilli?

— No, altezza; ne ho uccisi più d’uno, ma da me solo.

— Allora vi farò assistere ad uno spettacolo superbo. Partiamo ora per un lago che ne è pieno e che noi vogliamo purgare da quegli immondi rettili.

— Sarò ben lieto di assistervi.

— Tornate al vostro elefante; si parte subito.

Porse la mano al francese, stringendogliela forte, poi si alzò, rientrando nella tenda assieme a Maduri.

Jean Baret salutò i ministri ed i dignitari e se ne andò a testa alta, destando la più profonda ammirazione fra i soldati, i servi ed i battitori che si curvavano fino a terra al suo passaggio.

— Per bacco! — mormorò il francese. — Sto per diventare qualche pezzo grosso di Jafnapatam. Approfitterò della mia alta posizione per mettere le mani sul giovane Maduri. Quella palla ti co-