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cap. xi. — il capitano della guardia | 161 |
— Fino ad ora sì.
— E cammineranno meglio ancora, te lo assicuro. Hai veduto dove hanno messo il ragazzo?
— Occupa una tenda vicina a quella del marajah.
— Che paura ha di perderlo!
— Da quel fanciullo dipende la sua corona, signore.
— Gli prenderemo l’uno e l’altra, — rispose Jean Baret.
— Vi sono molte guardie.
— Approfitteremo di qualche trambusto per tentare il colpo. Ho un certo progetto pel capo! Gli elefanti! Bravi animali, quando non diventano furiosi!
— Che cosa c’entrano gli elefanti col fanciullo, signore? — chiese il capitano, che aveva ascoltato il dialogo senza prendervi parte.
— A suo tempo ve lo dirò. Eccellente questo cosciotto di antilope! Avete un cuoco famoso, capitano. E quest’anitra in salsa di banani! Ah! Squisita! Gli elefanti! Brave bestie, sì, bravissime!
— L’avete con quei colossi questa sera, — disse il capitano, ridendo.
— Sono entusiasmato di loro.
— Mi immagino che si tratti invece d’altro. Voi pensate a giuocare qualche tiro birbone a quegli animali.
— Silenzio, capitano. Non è ancora il momento di parlare. Seguo un’idea che darà risultati stupefacenti e che farà ridere molto Amali.
Terminata la cena, il francese e Durga fecero