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128 sul mare delle perle


L’animale, incollerito, si precipitava ora innanzi, ora a destra ed ora a sinistra, ora invece indietreggiava, tentando di uccidere il cavallo e i due cacciatori a colpi di proboscide.

Non vi riusciva però, perchè il cavallo si sottraeva agilmente a quei pericoli, volteggiando e saltando.

— Bravi! — esclamò il francese, entusiasmato.

— Sono ammirabili.

— E questo non è ancora nulla — disse Durga.

— State attento al secondo cavaliere, a quello che tiene la spada.

— Dove colpirà l’elefante?

— Al tendine, un po’ sopra il tallone.

— Si farà uccidere.

— Oh! Non temete.

— Questi due uomini hanno del coraggio. Preparo la carabina per aiutarli se li vedo in pericolo.

— Lasciateli andare, signore. Sono di Jafnapatam. E poi vedrete che non avranno bisogno di noi.

Il cavallo continuava le sue evoluzioni sempre più veloci. Ad un certo momento si trovò dietro l’elefante.

Rapidissimo, l’uomo che teneva la spada si era lasciato cadere al suolo.

Era l’istante più difficile della lotta, perchè bisognava che il cavaliere tornasse subito indietro a raccogliere il compagno.

Il cingalese che era sceso, con una rapidità fulminea e con un colpo potente, tagliò netto il