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90 | sul mare delle perle |
onde possono spingerci sulle sabbie e arenare il Bangalore.
Con una prudente manovra, Amali guidò la nave attraverso a tutti quegli scoglietti coralliferi che mostravano dovunque le punte aguzze come aghi e la lanciò verso levante, dove già si cominciava a scorgere confusamente le alte spiaggie di Ceylan.
Essendo aumentata la brezza, il Bangalore s’avanzava con crescente celerità, superando le otto miglia all’ora, il che gli permetteva di raggiungere le coste dell’isola molto tempo prima che spuntasse l’alba.
Era d’altronde quello che desiderava Amali, premendogli di approdare inosservato, per non farsi scorgere dagli abitanti costieri e non mettere in allarme i guerrieri del marajah.
Prima di agire egli voleva cercarsi un rifugio sicuro per non esporsi al pericolo di farsi assalire e di perdere la sua nave.
Alle due del mattino, il Bangalore si trovava a soli cinquanta passi dalla spiaggia e precisamente dinanzi ad un canale stretto assai e fiancheggiato da immensi alberi che protendevano i loro rami sulle acque.
— Andremo là a nasconderci? — chiese Durga.
— Sì, — rispose Amali. — Quel canale mette in un bacino assai ampio, in una specie di lago che è disabitato e circondato da boschi immensi, frequentati solamente dalle tigri. Vi staremo sicuri come nella nostra caverna.
— Saremo lontani da Jafnapatam?