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cap. vi. — una nuova spedizione 85


Il Bangalore dopo due o tre bordate, per evitare i banchi sabbiosi, mise la prora verso levante, dirigendosi prima di tutto verso i bassifondi, sui quali si era spaccata la nave inglese.

Amali sperava di trovarla tuttora e di impadronirsi di qualche pezzo di cannone, non essendo fornito il Bangalore che di spingarde di piccolo calibro.

— Se non si è rovesciata del tutto la vuoteremo di quanto potremo trovare, — disse Durga. — Ci appartiene per diritto di guerra.

— Dubito di trovarla ancora a galla, — rispose Amali. — I banchi che sorgono in quel luogo sono pericolosissimi, causa l’incessante rompersi delle onde, quindi la nave non avrà resistito ai cavalloni.

— Padrone, e se trovassimo gl’inglesi in quei dintorni?

— Li eviteremo e continueremo il nostro viaggio. Non abbiamo tempo per imbarazzarci ora con costoro. Ho molta fretta di approdare a Jafnapatam.

— Ed io nessuna, Amali.

— Hai paura?

— Non mi fido del marajah.

— Finchè abbiamo Mysora nelle nostre mani, non oserà tentar nulla contro di noi.

— E se ci facesse arrestare?

— I pescatori di perle verranno a liberarci. Sai che sono quindicimila, ben provvisti d’armi e che non attendono che una mia parola per invadere lo stato del marajah.

— E se ci facesse uccidere.