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capitolo ix — il ritorno 73


– Un abbraccio, camerata, e non si parli più di ringraziamenti rispose il baleniere. Gli uomini di mare, voi lo sapete, non vogliono sentirne.

I due uomini si precipitarono l’un fra le braccia dell’altro, mentre i marinai urlavano a piena voce:

– Viva il capitano Tompson!...

– Silenzio, ragazzi miei, a bordo! disse il baleniere, cercando, ma invano, di vincere la commozione. Ognuno abbiamo fatto il nostro dovere e basta.

Le scialuppe e la baleniera furono issate sul wacke ed il numeroso equipaggio, portando gli ammalati, sostenendo i più esausti e spingendo le imbarcazioni, attraversò il banco, mentre i marinai rimasti a bordo della Torpa lanciavano fragorosi urràh!

Il bacino stava per gelare, ma il ghiaccio fu spezzato a colpi di remi e le tre scialuppe poterono giungere felicemente presso la nave.

Quando i naufraghi della Tornea e del Gotheborg si trovarono fra i loro vecchi camerati, diedero libero corso alla loro gioia che fino allora, durante quella ritirata precipitosa, avevano dovuto soffocare. Ridevano, piangevano, si abbracciavano gli uni gli altri, balzavano al collo dei marinai della Torpa e acclamavano a piena gola il bravo ed audace baleniere che aveva sfidato i ghiacci polari, le nebbie e gli uragani, per andarli a raccogliere su quelle terre della desolazione.

Quando quello scoppio di gioia e di entusiasmo si fu calmato e che i naufraghi furono condotti sotto coperta per rimettersi in forza con un pranzo, Tompson, il capitano Jansey, Oscar e l’ice-master si raccolsero a consiglio per decidere sul da farsi.

La Torpa, provvista come era di viveri d’ogni specie e di carbone, poteva affrontare uno svernamento in