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capitolo viii – i naufraghi della «tornea» | 65 |
quindi procedere con maggior lestezza ed evitare più facilmente i pericoli.
I ventisei uomini, radunatisi alla base dell’isola rocciosa, si misero animosamente in marcia inoltrandosi nell’Eis-fiord, il quale era ormai tutto coperto di ghiaccio.
Il vecchio marinaio guidava i due drappelli in compagnia del baleniere e di Oscar.
Essendo i banchi quasi lisci e ben uniti, la marcia non presentava difficoltà, ma la neve rendeva malagevole l’avanzarsi delle slitte, quantunque Tompson avesse prima fatti spalmare i pattini con un miscuglio di zolfo e di grasso.
Mentre procedevano attraverso ai ghiacci, il vecchio marinaio raccontava al capitano e ad Oscar la storia della doppia catastrofe, che aveva costato la vita ad uno dei due comandanti ed a trentasette uomini.
La Tornea ed il Gotheborg avevano navigato assieme fino nei pressi delle coste meridionali delle Spitzberg, seguendo le tracce delle balene. Avendo osservato che in quei paraggi abbondavano i banchi di boete,1 cibo prediletto dei giganti del mare, si erano spinti fino a quelle alte latitudini.
Il 24 agosto avevano già preso due balene, quando le due navi si videro assalite da un furioso uragano che veniva dal nord, il quale spingeva innanzi a sè gran numero di ice-bergs, di palks e di streams. La Tornea, dopo una notte orribile, era stata imprigionata fra i ghiacci. Avendo cercato di rompere il cerchio che la stringeva sempre più, era andata a dare di cozzo contro un ice-berg male equilibrato.
- ↑ Piccolissimi granchi che si radunano in grandi estensioni.