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capitolo vii – la «torpa» prigioniera | 55 |
era più tranquillo, ciò significava che la Torpa stava per affrontare qualche gravissimo pericolo. Erano trascorsi otto o dieci minuti, quando sul bompresso echeggiò improvvisamente la voce del pilota dei ghiacci.
– Vira!... Ghiacci dinanzi a noi!... ice-bergs e campi!...
Questa volta Tompson lanciò un’imprecazione.
La Torpa virò di bordo con rapidità fantastica, mettendosi attraverso il vento e rimanendo quasi immobile.
– Arrestati? – chiese Oscar.
– E forse peggio, professore, rispose Tompson con voce sorda.
– Cosa volete dire?
– Che forse siamo rimasti prigionieri.
– Lavoreremo di sperone.
– Temo, professore, che ci troviamo in un canale od in un bacino aperto fra i banchi. Guardate: intorno a noi comincia a scintillare l’ice-blink.
– Cosa farete?
– Attenderò che si alzi la nebbia.
– Ma se siamo entrati in un canale, troveremo l’uscita che ci ha permesso d’inoltrarci.
– E se quell’uscita fosse stata chiusa dagli ice-bergs, dopo la nostra entrata?... Ho tenuto una linea rigorosamente diretta nel ritorno, la rotta precisa poco prima percorsa e voi vedete che ci troviamo dinanzi a dei ghiacci che prima non esistevano. Sì, professore, temo che la Torpa sia stata rinchiusa in mezzo ad un wacke che può avere delle gigantesche dimensioni.
– Cos’è un wacke?
– Un campo di ghiaccio contenente nel mezzo un bacino d’acqua marina. Tra poco però sapremo se siamo ancora liberi o prigionieri, poichè la nebbia comincia ad alzarsi.