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capitolo v – una notte angosciosa 39


– La risacca, rispose il baleniere. Siamo addosso all’isola degli Orsi.

– Ma dove la udite?

– Alla nostra destra, se non m’inganno. Ice-master?

– Capitano.

– Vedi nulla dinanzi a noi?

– Nulla: la nebbia scende sempre a ondate più fitte.

– Odi la risacca?... Ascolta bene!...

Trascorsero alcuni istanti d’angosciosa aspettativa, poi la voce della vedetta echeggiò ancora sull’alto del trinchetto.

– Sì, la risacca a tribordo!

Tompson abbandonò la ribolla ad un timoniere e si slanciò a prora seguito da Oscar. Salì sulla murata avanzandosi sul bompresso, cercando di discernere qualche cosa attraverso la caligine che correva disordinatamente rasentando le onde, ma invano. Tese gli orecchi ascoltando a lungo e gli parve di udire uno scrosciare d’acqua, ben diverso da quello che producono le onde nell’incontrarsi.

– La risacca, ripetè. La barra a poggia, tutta, timoniere. Pronti a virare!...

La Torpa avanzava sempre, ma non più colla prora al nord. Deviava verso il nord-nord-ovest, per evitare l’isola degli Orsi che doveva starle quasi dinanzi.

Il baleniere, aggrappato al bompresso per non farsi portar via dalle onde, ascoltava sempre e regolava la rotta della nave a seconda che udiva frangersi più o meno fortemente la risacca. Ormai si udivano distintamente i muggiti delle onde, rompendosi contro le dirupate spiagge dell’isola.

Per un’ora la Torpa navigò colla prora al nord-nord-ovest, oscillando spaventosamente fra le ondate di fondo