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CAPITOLO V.

Una notte angosciosa.


L

a notte infatti prometteva di essere cattivissima, con quel mare che si dibatteva con rabbia selvaggia, con quei ghiacci che da un istante all’altro potevano comparire dinanzi allo sperone della nave e con quel cupo nebbione che impediva di scorgere il pericolo.

La Torpa fuggiva sempre, incalzata dalle onde che la percuotevano furiosamente e che la circondavano da prora a poppa, ma senza sapere dove andasse, perchè le raffiche che balzavano dal nord-est al nord-ovest la gettavano di frequente fuori di via, non ostante gli sforzi di Tompson.

Filava come un gabbiano spaventato, fendendo coi suoi alberi il pesante nebbione e speronando con rabbia i ghiacci, che i marosi spingevano dinanzi ad essa.

I marinai parte affollati a prora coi buttafuori e parte disposti ai bracci delle manovre, si tenevano pronti a respingere i ghiacci che potevano apparire a tribordo ed a babordo od a virare al primo comando del baleniere. Quantunque la nave corresse dei gravi pericoli,