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capitolo iv – i primi ghiacci 35


Ohe!... Sul bompresso i gabbieri e voi altri, pronti a virare e che nessuno lasci le braccia delle manovre.

In quell’istante la Torpa subì un urto violento che si ripercosse nella stiva, seguìto da un lungo stridío.

– Banco a fior d’acqua – gridò una voce a prora.

– Sperono – rispose semplicemente il baleniere – mantenendo ferma la ribolla del timone.

La Torpa si era arrestata un istante, ma un’onda la sollevò e la spinse innanzi. Il banco, stritolato dall’enorme peso di quella massa che cadeva, fu spaccato e la nave passò oltre, speronando i frammenti.

Oscar guardava fisso il baleniere, ma questi era tranquillo e nemmeno le sue sopracciglia si erano aggrottate, nel momento in cui la Torpa cadeva sul banco.

– Vi ammiro, capitano – diss’egli.

– E perchè, professore? – chiese il baleniere, sorridendo.

– Perchè voi siete un uomo adatto per una spedizione così pericolosa.

– Bah!... Io ed i ghiacci siamo vecchi conoscenti e poi qualunque altro baleniere avrebbe fatto altrettanto e avrebbe accettato l’incarico. Signor professore, vi avverto che stiamo per passare una brutta notte e vi consiglierei di ritirarvi nella vostra cabina.

– No, capitano.

– Ebbene, professore, lasciate che dica anch’io a voi che vi ammiro. Volete tenermi compagnia?... Sta bene: vi mostrerò uno spettacolo che forse mai dimenticherete!...

Poi rizzando l’alta statura tuonò:

– Ai buttafuori gli uomini di prora!... I campi ci stanno vicini!...