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capitolo iv – i primi ghiacci 31


– Ma credete che siano tutti vivi, i naufraghi?

– Se non tutti, spero che alcuni saranno riusciti a salvarsi.

– Quale isola esploreremo prima?

– Tutto dipende dai ghiacci. Dove troverò un passaggio, lancerò la Torpa.

– Ma contate di svernare fra le isole?

– Vi sarò forzato, poichè non potrò di certo ritrovare la via libera per ritornare.

– E dove contate di svernare?

– Possibilmente nell’Eis-fiord. Se riesco a cacciare là dentro la Torpa, non avremo da temere l’urto dei grandi banchi scendenti dal nord, e poi so che laggiù si radunano ordinariamente numerosissime foche e conto di non rimanere inoperoso durante lo svernamento.

– Signor Tompson, non vi sembra che si prepari una burrasca?

– Sì, professore. Il vento del nord-ovest ha sopraffatto quello del sud-est e avremo delle raffiche e delle forti ondate. Sarà bene prendere le nostre precauzioni per tempo.

Il baleniere non s’ingannava. Poco dopo il mezzodì, mentre la Torpa navigava fra due lunghissime file di hummoks che parevano si fossero staccati dai ghiacciai o dagli ice-bergs dell’isola degli Orsi, il tempo, che fino allora si era mantenuto abbastanza buono, cambiò bruscamente.

Il vento del nord-ovest spingeva innanzi le pesanti e fosche nebbie polari, stendendole sull’oceano artico con rapidità straordinaria, fantastica. In meno di un quarto d’ora tutto l’orizzonte settentrionale erasi già coperto e da quei vapori, gravidi di neve, irrompevano violenti raffiche, le quali cominciavano a sollevare delle ondate spumeggianti.