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capitolo iii – in rotta pel nord | 23 |
– Sì, professore. È uno dei più famosi lupi di mare ed uno dei più audaci balenieri che vanti la Danimarca.
– Ebbene, fu lui che s’accorse dello spostamento della corrente e delle balene. Era partito con una vera flotta di navi a vapore pieno di speranza, sapendo che su quelle coste i cetacei abbondavano, ma non ne trovò che pochi assai e così inquieti che non si lasciavano avvicinare e fu a grande fatica che potè ramponarne sei durante tutta la stagione.
– Tanto pochi da non coprire le spese.
– Lo credo. Certo, le balene erano furibonde per non aver trovato il loro solito cibo che le correnti avevano trascinato altrove.
– Quello spostamento però è tornato vantaggioso al vostro amico Foyn.
– È vero, poichè mi dissero che in quell’anno pescò una trentina di balene.
– Oh! Oh! – fece in quell’istante Tompson, alzando vivamente il capo.
– Cosa avete?
– Temo che alle Spitzberg sia già cominciato l’inverno.
– E da cosa lo arguite?
– Vedete in alto quelle schiere di uccelli bianchi che fuggono verso il sud?
– Sì..., signor Tompson.
– Vanno a svernare sulle rive dell’Ural e del Volga.
– Sono pellicani, forse?
– Sì, professore, e la fuga di quegli uccelli in questa stagione che non è ancora fredda, indica che nelle isole dello Spitzberg sono già cadute le prime nevi, ma bah!... Se il vento si mantiene così fresco, giungeremo presto a destinazione. Signor professore, andiamo a far colazione intanto.