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CAPITOLO XII.

Il deserto di neve.


L

’indomani, verso il mezzodì, i naufraghi della Shannon abbandonavano quelle sponde per intraprendere il lungo viaggio al fiord del deposito dei balenieri.

Il cielo si era un po’ rischiarato, ma delle masse vaporose, che si addensavano sull’orizzonte, promettevano un’abbondante nevicata. Il sole non si era fatto vedere; invece il freddo era diventato più acuto, gelando un grande tratto della baia di Baffin.

Superato l’alto bastione, aiutando Grinnell che era ancora debole, si misero animosamente in marcia seguendo la costa, non volendo allontanarsi dalle vicinanze del mare per avere la possibilità di provvedersi più facilmente di selvaggina, soprattutto di qualche foca o di qualche morsa, animali che non si trovano nell’interno delle terre.

Quelle numerose pianure, coperte di neve gelata, senza una pianta, senza una roccia, senza una macchia di diverso colore su cui riposare gli sguardi abbagliati da quella candida bianchezza, producevano una tristezza profonda sugli animi dei disgraziati naufraghi.