Pagina:Salgari - Nel paese dei ghiacci.djvu/226

198 i cacciatori di foche della baia di baffin


– Siamo rovinati, disse mastro Tyndhall. Fortunatamente siamo ancora vivi tutti, è questo l’importante. Coraggio, ragazzi, tutto non è ancora perduto.

– Ma tutto sta per finire, mastro, gridò Charchot, che si teneva aggrappato alla murata di babordo.

– Cosa vuoi dire?

– Che la Shannon ha i minuti contati. Guardate!...

Mastro Tyndhall si slanciò verso la murata e guardò nella direzione indicata dal marinaio. Un’imprecazione gli irruppe dalle labbra.

Un grande banco, spinto dalle onde e dal vento si avanzava traballando e scricchiolando verso la montagna di ghiaccio, tendendo a riunirsi. La Shannon, trovandosi fra quei due ghiacci e nell’impossibilità di allontanarsi per mancanza di vele e del timone, doveva inevitabilmente venire presa in mezzo e schiacciata come una semplice scialuppa.

– È finita, disse Tyndhall, con voce rauca. I ghiacci hanno vinto i cacciatori di foche della baia di Baffin.

– Mastro, fuggiamo! gridarono i marinai.

– Sì, fuggiamo, disse Tyndhall. Alla baleniera, ragazzi, e cerchiamo di non abbandonare la Shannon senza armi e senza viveri. Mac-Chanty e Charchot alla dispensa; tu, Grinnell, pensa alle armi e voi alle vesti, alla tenda e alla scialuppa. Spicciamoci o fra dieci minuti sarà troppo tardi.

I marinai, i quali conservavano ancora una certa calma, malgrado il tremendo pericolo che li minacciava, si precipitarono a prora ed a poppa.

In pochi istanti la baleniera fu caricata di viveri, di armi, di munizioni, di vesti, di tende e di coperte, poi fu calata precipitosamente in mare.

I marinai ad uno ad uno si lasciarono scivolare dalle