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capitolo vii — la terra di baffin 179


Non si sa se nel suo interno abbia catene di montagne, ma si sono recentemente scoperti, verso il sud, due vasti laghi che vennero chiamati di Netteling e di Amakdjuak. È invece ricca di golfi molto profondi e di baie sicurissime quali quelle di Frobisher, di Cumberland e di Home ed è circondata da parecchie isole di estensione pure ragguardevole, come quelle di Bylot e di Powen al nord e di Salisbury e di Best al sud.

Questa vasta terra però non è altro che un deserto di ghiaccio e di neve, abitato solamente dagli orsi bianchi e dalle foche. Qualche famiglia di esquimesi erranti vi soggiorna però, specialmente sulle coste del canale di Fox.

L’inverno dura otto mesi e durante quella lunga e rigida stagione, tutte le sponde sono strette dai ghiacci che la corrente polare spinge attraverso i canali di Smith, di Lancaster e del Principe Reggente. All’estate però restano libere ed è allora che ne approfittano i balenieri per visitare quelle profonde baie in cerca dei colossi marini e che accorrono i pescatori di foche della baia di Baffin.

Quantunque sia situata in una regione così fredda, la Terra di Baffin è stata una delle prime scoperte di quel gigantesco gruppo d’isole che si estende attorno al circolo polare artico.

L’onore della scoperta spetta a Guglielmo Baffin, un valente marinaio che aveva già prima preso parte ai viaggi di Hudson, di Tomaso Buton, di Gibbins, di Hall e di Bileth nelle campagne del 1612, 1615, 1616.

Penetrato nell’estate del 1616 nello stretto di Davis, per cercare il famoso passaggio del Nord-Ovest, prima scopriva la baia che porta il suo nome, poi la grande isola, ma respinto dai ghiacci, dovette interrompere ben presto il suo viaggio che non doveva più riprendere.