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CAPITOLO VI.

L'urto della balena.


Q

uattro grossi pesci, lunghi otto metri, somiglianti ai delfini, erano improvvisamente apparsi intorno al disgraziato cetaceo. Volteggiavano con incredibile velocità attorno a quel corpo gigantesco, aprendo delle larghe bocche irte di acuti denti, coi quali cercavano di straziarlo.

Mastro Tyndhall ed i suoi marinai li avevano subito riconosciuti. Erano quattro delfini gladiatori, cetacei ferocissimi, voracissimi, dotati d’una forza muscolare così potente, da trascinare perfino le più grosse barche, quando vengono presi cogli arpioni.

Questi mostri, al pari dei capidogli, nutrono un odio spietato verso le balene. Sapendo di non aver nulla da temere, poichè, come si disse, le balene non hanno denti per difendersi, le assalgono con grande furore e le tormentano senza posa. Non potendo intaccare la pelle liscia e troppo rotonda di quei colossi, aspettano il momento che aprano la bocca e allora vi si cacciano dentro lestamente per mangiare a loro la lingua!... È un bel