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168 i cacciatori di foche della baia di baffin


volume eguaglia il quarto e qualche volta anche il terzo dell’intera massa.

Le loro pinne pettorali hanno una lunghezza di tre metri e una larghezza di due e la loro coda, che è di forma conica, formata di muscoli d’una robustezza eccezionale, termina in una grande pinna triangolare larga non meno di sei metri, e dotata di tale potenza da sfondare, con un solo colpo, anche i fianchi d’una grande nave.

La bocca poi è un’apertura enorme, capace di contenere due uomini l’uno sull’altro, essendo alta ben quattro metri e lunga tre. È priva però di denti e solamente la mascella superiore è fornita di settecento laminette lunghe quattro e più metri, nere o variegate, curvate come la lama d’una falce e sono precisamente quelle che dànno le così dette ossa di balena.

Il cetaceo, che si trovava dinanzi alla baleniera, pareva in preda ad una violenta collera. La sua possente coda sferzava le acque sollevandole burrascosamente; le sue pinne si agitavano febbrilmente e l’immane corpo, dalla pelle nera e untuosa, che aveva i riflessi dell’acciaio, s’alzava e si tuffava con grande impeto.

Note formidabili uscivano dalla bocca, spandendosi lontane lontane sul grande banco e dagli sfiatatoi uscivano, con sordo rumore, getti sempre più densi di vapore, il quale poi ricadeva in forma di goccioline oleose.

Talvolta la balena si scagliava contro l’istmo di ghiaccio che separava il canale dal mare e lo urtava a gran colpi di testa, staccando pezzi grossissimi.

– Cosa può avere quella balena? si chiese mastro Tyndhall, che aveva accostata la scialuppa al banco, per tema che venisse rovesciata dalle onde. Si direbbe che è impazzita.