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capitolo v — una lotta mostruosa 165


Quel ghiaccione aveva tutta l’apparenza di un castello galleggiante.

– È la porta del canale disse Charchot. È ben difesa, a quanto pare, questa spaccatura. Che ci siano degli alabardieri dietro quei merli o in quelle torricelle? Speriamo che non ci neghino l’ingresso.

– O che sia il castello degli orsi? disse Thorn.

– Che brutta guarnigione!...

– Eccellente, messa allo spiedo.

– Zitti, per Bacco! disse Tyndhall. Non bisogna svegliare i guardiani! Potrebbero farci piombare addosso qualche merlo o qualche guglia.

– Armate il fucile, mastro dissero i marinai ridendo.

– È già pronto, rispose Tyndhall. Avanti, ragazzi, e state attenti alle teste.

La baleniera passò rapidamente sotto quel bizzarro castello galleggiante, senza che dalla grande arcata si staccasse alcun frammento.

Il canale aveva una larghezza di ottanta a cento metri ed era sgombro di ghiacci, ma pareva che l’acqua non dovesse tardare a diventare solida, poichè era cosparsa di piccoli frammenti.

Sulle due sponde non si vedevano animali d’alcuna specie; solamente poche gazze marine schierate sulle creste come tanti soldatini e perfettamente immobili guardavano malinconicamente la baleniera e, contrariamente alla loro indole chiassosa, non aprivano i becchi.

Mastro Tyndhall, in piedi sul banco di poppa, spingeva lo sguardo più lontano che poteva, cercando di vedere fin dove si estendeva quella grande squarciatura, ma non riusciva a vederne la fine, poichè il canale continuava a serpeggiare ed il banco era interrotto da alte barriere di ghiacci.