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CAPITOLO V.
Una lotta mostruosa.
ra impossibile forzare il passaggio in quella direzione. Nessuna nave, per quanto fosse potente e armata del più formidabile sperone, avrebbe potuto assalire quei banchi che dovevano avere uno spessore enorme. Solamente la dinamite sarebbe riuscita a squarciarli, ma non certo a distruggerli tutti.
Mastro Tyndhall, vivamente contrariato da quegli ostacoli che si frapponevano fra la sua piccola nave e la costa che era ormai così vicina, si sfogava in sorde imprecazioni. Era salito sulle griselle e di là spaziava i suoi sguardi su quei vasti campi irradianti una vivida luce biancastra che faceva male agli occhi e cercava di scoprire un canale che gli permettesse di lanciare innanzi la Shannon.
– Siamo adunque proprio fermati, mastro? chiese Charchot.
– Lo temo!... Questi dannati banchi sono così uniti, che pare siano stati spinti appositamente gli uni contro gli altri per sbarrare il passo.