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CAPITOLO II.
A bordo della “Torpa„.
l signor Foyn udendo quella proposta che non s’aspettava di certo, non ignorando che una simile spedizione sul principiare dell’inverno, poichè in quelle alte latitudini l’autunno non esiste, poteva costare la vita a quell’audace baleniere, aveva steso rapidamente la destra, dicendo con viva emozione:
– Grazie, signor Tompson.
– Di cosa? – rispose il baleniere. – Io faccio i miei affari, rendendovi un piccolo servigio e nient’altro.
– Siete un uomo che ha del coraggio da vendere.
– Sono un uomo di mare, come lo siete stato voi.
– Ma avete pensato ai pericoli che dovete affrontare, signor Tompson?
– Io ed i ghiacci siamo vecchi amici.
– Sì, ma vi bloccheranno.
– Lo so, ed io svernerò alle Spitzberg coi vostri disgraziati equipaggi. Avrò il tempo di fare un bel carico di olio di foche e di trichechi.
– Vi darò una delle mie migliori navi e tutto il