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148 i cacciatori di foche della baia di baffin


chiamata Polaris e più oltre un canale chiamato di Robeson, in direzione diretta del polo.

L’inverno polare costrinse quei valorosi a retrocedere, per svernare nella baia prima scoperta. Sembra che non soffrissero molto durante la lunga notte polare, ma ai primi sgeli il capitano Hall, in causa dei lunghi disagi sopportati durante le esplorazioni in slitta, cessava di vivere.

Nell’agosto del 1872 il Polaris, liberato dai ghiacci che lo stringevano, tenta il ritorno, ma aveva già sofferto gravi avarie. Il 15 ottobre una montagna di ghiaccio lo urta, la carena cede e l’acqua entra invadendo le cabine.

Si tenta il salvataggio prima che la nave affondi. Il luogotenente Tyson sbarca su di un campo di ghiaccio assieme a otto marinai e nove esquimesi, fra i quali due donne e cinque fanciulli.

Mentre cercano di mettere in salvo i viveri, la nave, che le onde investivano, spezza le funi e si allontana trascinata dall’uragano, prima ancora che i marinai rimasti a bordo potessero mettersi in salvo.

Il Polaris, spinto dal vento e dalle ondate, fuggiva verso il nord-ovest.

– Ma non affondava ancora? chiesero i marinai, che ascoltavano con viva curiosità, senza perdere una sillaba.

– Pare che l’avaria fosse meno grave di quello che si credeva, poichè il Polaris fu riveduto a navigare.

Ma lasciamo ora la nave e occupiamoci del luogotenente Tyson e dei suoi compagni.

Come vi dissi erano in diciotto; vi erano due donne e cinque fanciulli, anzi uno era lattante, poichè era nato a bordo del Polaris durante lo svernamento.

«Avevano salvate due scialuppe, ma che erano ridotte in cattivo stato, undici sacchi di pane, quattordici