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140 i cacciatori di foche della baia di baffin


Quelle diverse grida erano state strappate dalla improvvisa comparsa di due altri orsi; una grande femmina ed un orsacchiotto, ma che era già abbastanza sviluppato ed in grado di far uso dei suoi denti e dei suoi artigli.

Senza dubbio erano stati attirati dagli spari ed accorrevano, se non più per aiutare, almeno per vendicare il vecchio maschio.

Prima ancora che il mastro ed i marinai potessero battere in ritirata, l’orsa, che pareva furiosa, si era gettata su di loro, emettendo rauche urla.

Ai marinai mancava il tempo di ricaricare le armi e per fuggire era troppo tardi, poichè quelle belve dei ghiacci eterni, sebbene siano grosse e pesanti, corrono molto più rapidamente degli uomini. Bisognava accettare il combattimento o soccombere.

– Coraggio, ragazzi! tuonò mastro Tyndhall, strappando un rampone a Grinnell. Io vi do l’esempio.

E senza attendere i compagni assalì coraggiosamente l’orsa, mentre Charchot e Mac-Chanty si gettavano sull’orsacchiotto che accorreva in aiuto della madre, e Grinnell afferrava precipitosamente la scure che portava appesa alla cintola.

I tre marinai rimasti a bordo della Shannon, vedendo i loro compagni in pericolo, s’affrettarono a balzare sul pack; e mentre uno di loro teneva la gomena per impedire che la barca si allontanasse, gli altri si slanciarono verso il luogo della lotta seguiti dal grosso cane di Terranuova.

Intanto mastro Tyndhall, niente affatto spaventato dalle urla dell’orsa, tentava di colpirla mortalmente. Già le aveva vibrato un colpo in pieno petto producendole una larga ferita dalla quale sgorgava il sangue in grande copia, ma non era mortale.