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capitolo i — attraverso la baia di baffin | 135 |
pack trascinando una grossa fune legata alla murata proviera.
La Shannon, spinta dal vento, andò a urtare col tribordo contro il margine del banco e s’incrostò.
– Legate bene! gridò Tyndhall.
– Non temete, mastro, risposero i due marinai.
A pochi passi da loro s’alzava un’enorme colonna di ghiaccio, spezzata a metà. Si diressero a quella volta per legare la gomena, ma ad un tratto s’arrestarono, lasciandola cadere sul banco.
– Oh!... aveva esclamato uno dei due. Hai udito, Charchot?...
– Sì, Mac-Chanty.
– Un orso bianco?...
– Bell’incontro, dopo tante ore di lotta!...
Un urlo, che rassomigliava al nitrito d’un mulo, ma più sordo e meno prolungato, echeggiò dietro l’enorme colonna di ghiaccio.
– Alla barca! urlarono in coro i due marinai, girando rapidamente sui talloni.
– Ohe!... Pesci‐cani d’acqua dolce! tuonò mastro Tyndhall, vedendoli abbandonare precipitosamente la gomena. Per mille tempeste!... Volete far fracassare la Shannon?
– Padrone Tyndhall, disse Charchot, ch’era già giunto sull’orlo del pack. Se credete, vi è un amico che vi aspetta, ma vi avverto che pare che abbia molta fame e che possiede zanne e artigli.
– Cosa vuoi dire, cacciatore d’oche?...
– Che vi è un orso laggiù.
– Ah!... La è così?... Credevo che tu avessi avuto paura di qualche oca!... Ehi, Grinnell, lancia un rampone sul pack; per qualche minuto spero che terrà fermo.