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8 naufraghi dello spitzberg


ma vi pagherò largamente il tempo che avete perduto per me.

– Avevo terminato lo scarico, signor Foyn, e più nulla mi tratteneva ad Hammerfest. La stagione della pesca è quasi terminata e non contavo di riprendere il mare per le regioni del nord.

– Volete seguirmi nel mio alloggio? Parleremo meglio.

– Sono a vostra disposizione.

Il ricco proprietario si diresse verso una piccola abitazione colle pareti dipinte in rosso, che sorgeva all’estremità della gettata, e introdusse il signor Tompson in un gabinetto arredato elegantemente e adorno di ramponi artisticamente raggruppati e di trofei di ossa e di barbigli di balene.

Lo fece sedere in una comoda poltrona, poi colmati due bicchieri di ginepro, si sedette, dicendo con una certa emozione che invano cercava di nascondere:

– Parlate, signor Tompson. È vero adunque? Tutti perduti?

– Che siano tutti perduti, io non lo so, ma che una disgrazia sia accaduta è ormai cosa certa, perchè il rottame da me trovato era un pezzo di fasciame della poppa e vi si leggeva nettamente il nome.

– Narratemi tutto, signor Tompson.

– Una parola prima, signor Foyn.

– Parlate.

– Il Gotheborg faceva parte della flotta dei vostri balenieri?

– Sì.

– Ma... non è tornata alcuna nave della vostra flotta?

– Solamente la prima squadra che si era recata nell’isola degli Orsi; ma non la seconda che si era diretta alle Spitzberg.