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110 | i naufraghi dello spitzberg |
essendo contrariati dal vento dell’est che urtava contro le loro alte creste.
Già i marinai si rallegravano, credendo ormai di non dover affrontare alcun pericolo, quando Tompson, che era salito sul barile dell'ice-master per meglio osservare l’orizzonte meridionale, fu veduto scendere precipitosamente.
– Cosa avete? chiese Oscar, muovendogli incontro.
– Ho che il nostro wacke, poco prima deserto, si è popolato di abitanti assai incomodi.
– Di abitanti? chiese il professore, con stupore.
– Sì, ma a quattro gambe.
– Degli orsi forse?
– Sì, professore, ve ne sono almeno due dozzine.
– Ma da dove sono sbucati?
– Io non saprei dirvelo, ma dovevano trovarsi sui quei due ice-bergs piombati sul nostro wacke.
– Brutti compagni, signor Tompson.
– I birboni devono essere affamati e contano di banchettare colle nostre cosce, ma ci affretteremo a sbarazzarci di loro. Ohe, in coperta i cacciatori!... Vi è abbondanza di carne fresca, sul banco.
– Andate a cacciarli, signor Tompson?
– E senza ritardo, o alla prima notte nebbiosa faranno la loro comparsa sul ponte della Torpa. Volete venire?
– Con vostro permesso, subito.
– In caccia, allora. Avremo da lavorare, ma ci sbarazzeremo di quei pericolosi vicini.