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108 | i naufraghi dello spitzberg |
– Molto meno dei maschi, e si allontanano poco dalle spiagge. Quando poi sanno di avere piccini, si cacciano nella neve e stanno là sotto tutto l’inverno, non uscendo che ai primi raggi della primavera. È quella la stagione per dare alla luce i due orsacchiotti.
– E si lasciano coprire dalla neve e dal ghiaccio?
– Sì, professore, ma pare che non soffrano.
– Usciranno però magre da quel lungo letargo.
– Non tanto, ma si svegliano molto affamate, ed allora assalgono qualunque gruppo di cacciatori.
– Ma non si soffocano in quella tana di ghiaccio?
– No, poichè la loro respirazione ed il calore del corpo bastano per produrre delle piccole fessure sufficienti a lasciare il passaggio all’aria. Professore, andiamo a urtare contro gli ice-bergs della barriera.
– Ormai non abbiamo nulla da paventare.
– Anzi tutto da guadagnare; ma vedrete che questo wacke non ci lascerà ancora liberi. Ha uno spessore enorme e ci trascinerà ben lontani prima di scioglierci.
– Va sempre al sud sud-est, signor Jansey?
– Sì, e temo che vada a finire in un brutto vortice.
– Cosa volete dire?
– O m’inganno assai o la corrente che ci trasporta ha uno zampino nel movimento rotatorio del Maëlstrom.
– Il Maëlstrom, avete detto? – chiese Oscar, impallidendo.
– Sì, professore.
– E credete che il wacke vada a inabissarsi in quel vortice?...
– Lo temo, ma non vi è motivo di spaventarsi, professore. Quando il mare è tranquillo e non soffia il vento del nord, non è così pericoloso come si dice, e una nave può attraversarlo impunemente.