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capitolo xii — le pressioni dei ghiacci 101


– È vero, ma la Torpa corre il pericolo di rimanere schiacciata. Se viene presa fra i margini del wacke, che devono avere uno spessore enorme, non potrà resistere.

– La nave però tende sempre a sollevarsi.

– È vero, professore, ma correrà anche il pericolo di rovesciarsi.

– Riprenderà più tardi il suo appiombo.

– Purchè non le manchi poi il tempo e invece s’inabissi. Tò!... Il wacke si sposta ancora.

– E sempre verso il sud, signor Tompson. Vuole lasciare l’isola degli Orsi e condurci gentilmente in Norvegia.

– Farei a meno della sua compagnia, professore. Se poi...

Una serie di detonazioni formidabili gli troncò la frase. I margini esterni del wacke che stringevano il floe ed i banchi della costa, diroccavano con grande fracasso, mentre i margini interni del bacino, compressi da una spinta irresistibile, s’avanzavano gli uni contro gli altri, frantumando il debole ghiaccio formatosi alla superficie del mare.

Tutto l’equipaggio erasi radunato in coperta e guardava, con ansietà, l’avanzarsi dei ghiacci. Perfino gli ice-bergs che avevano ostruito il canale del bacino si erano messi in moto e marciavano, tutto fracassando dinanzi a loro, in direzione della Torpa. Se il wacke non riusciva a riacquistare la sua libertà ed a sfuggire a quelle strette, per la nave stava per suonare la sua ultima ora.

Grida di terrore e domande angosciose s’alzavano tra i marinai:

– Stiamo per venire schiacciati!...

– Ai magazzini!...

– Si salvi chi può!...