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90 i naufraghi dello spitzberg


– Un pericolo evitato, capitano.

– Non dico di no, perchè quei giganti son ben più temibili delle balene. Quando sono feriti non fuggono; invece si avventano contro le scialuppe baleniere e talvolta perfino contro le navi.

– Anche contro le navi?...

– Più d’una è stata mandata a picco da un furioso colpo di testa e mi ricordo che...

– Che cosa? – chiese Oscar, non udendo più la voce di Tompson.

Non ricevendo risposta, si volse verso il compagno e lo vide curvo sul bordo della nave, colla fronte aggrottata, gli sguardi fissi verso l’isola degli Orsi, che ormai era perfettamente visibile senza l’aiuto del cannocchiale.

– Cosa avete, signor Tompson? – chiese.

– Ho... che stiamo per urtare!...

Poi senza aggiungere altro si slanciò sul ponte, gridando:

– Tutti in coperta!...

Il wacke, infatti, stava per cozzare contro la grande flottiglia di ghiacci che si appoggiava contro i banchi formatisi intorno all’isola degli Orsi.

La corrente lo portava ed il vento, che soffiava sempre dal nord con una certa violenza, lo spingeva in quella direzione. Il cozzo doveva essere tremendo.

Il capitano Jansey e tutti i marinai erano saliti in coperta per tenersi pronti a qualsiasi evento. I due comandanti si consigliarono brevemente sul da farsi, onde la Torpa, nell’urto, non subisse delle gravi avarie.

– Non vi è che una sola cosa da fare, disse Tompson.

– Sì, fare spezzare il ghiaccio attorno alla Torpa, rispose Jansey.

– È vero, soggiunse il baleniere.