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Lo Stretto di Magellano 97

e cozzando gagliardamente piccoli banchi di ghiaccio che le onde avevano staccato dalla Terra del Fuoco, li travolgevano tra mille scricchiolii.

Era una bella barca quella di Piotre, la migliore e anche la più grossa di quante se ne trovavano in tutto lo stretto di Magellano; ed aveva fatto già numerosi viaggi nell’oceano Antartico con una fortuna invidiabile, perchè mai era ritornata con dei guasti, nè mai si era lasciata prendere dai ghiacci.

Si poteva chiamare anzi una vera nave baleniera avendo tutto l’occorrente per la pesca di grossi cetacei, ossia scialuppe adatte, ramponi, lancie, lenze ed essendo anche, per la resistenza, non da meno di quelle ardite veliere.

Malgrado le sue forme tozze e pesanti e la larghezza e rotondità dei suoi fianchi, in meno di mezz’ora si era tanto allontanata dalla spiaggia, da scorgere a malapena le piccole case della cittadella. Solamente il campanile di legno della chiesetta ed il fortino si vedevano ancora nettamente spiccare sul fondo verdastro della collina.

Mariquita pareva che non si fosse nemmeno accorta di quella distanza. Appoggiata al bordo della nave continuava a guardare verso Punta Arenas, tenendo gli occhi fissi sulla sua casetta che, essendo più alta di tutte, si distingueva ancora.

Il signor Lopez le stava a fianco, guardando anch’egli verso la spiaggia che s’abbassava sempre più, scomparendo sotto le onde che correvano ad infrangersi verso le rocce. Anche il vecchio, ora che vedeva sparire la borgata, sembrava un po’ commosso.

— Guardi la nostra casa, è vero, Mariquita? — domandò ad un tratto.

— Sì, — rispose la giovane con un sospiro.

— La rivedremo un giorno e allora non saremo più in