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Una caccia ai condor | 71 |
e le città, non più popolate, caddero in rovina finchè scomparvero del tutto e ad eternare quell’orribile disastro rimase il nome di Porto della Fame, che tutt’ora conserva.
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Della riedificata Ciudad Real de S. Felipe, abbandonata anche dal governo cileno dopo la ribellione militare del 1843, non erano rimaste che una dozzina di casette di legno, abitate per la maggior parte da balenieri, aggruppate intorno ad una un po’ più vasta, di proprietà di Piotre.
Papà Pardoe e Mariquita si erano diretti verso questa, colla certezza di trovarvi il baleniere. Era tornato di certo, perchè in mezzo alla baia si vedeva una grossa barca da pesca che il vecchio marinaio aveva subito riconosciuta.
— È la Quiqua di Piotre, — aveva risposto alla giovane che gliela aveva additata. — Mi pareva già d’averla vista la scorsa notte, quando passavo dinanzi a questa costa.
— Lo troveremo nella sua casa? — chiese la giovane, la cui voce tremava.
— Lo sapremo subito. —
Un uomo che lavorava in un orticello, vedendo la giovane ed il vecchio baleniere, era uscito dallo steccato per osservarli.
— Dov’è il signor Piotre? — gli chiese Pardoe. — Abbiamo bisogno di lui.
— Il padrone è alla caccia del condor, — rispose il colono. — Quando non dà addosso alla balena se la prende coi guanachi o coi grossi volatili. —
Mariquita fece un gesto di stizza, pure in fondo al suo cuore non se ne rammaricò. Quella circostanza che le accordava alcune ore di tregua, non le rincresceva.
— Quando tornerà? — chiese Pardoe.