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Il Signor Lopez | 55 |
china e gli occhi semi-chiusi, poi, fermandosi improvvisamente dinanzi a Pardoe, gli disse bruscamente:
— Va a dire a Mariquita che venga qui. Il destino di Alonzo Gutierres sta nelle sue mani.
Io intanto farò avvertire il governatore di ciò che è avvenuto della Rosita e chiederò il suo appoggio, quantunque ben poco possa fare. —
Pardoe vuotò d’un fiato la sua ciotola di chicha, fece cenno a José di rimanere e uscì, dicendo:
— Speriamo. —
Salì la via principale che metteva verso la cima della collinetta, fiancheggiata da casette di legno e da orticelli tenuti con gran cura e che nella buona stagione producono cavoli, patate e cipolle e si fermò all’estremità del viale, dinanzi ad un’abitazione più vasta delle altre, a due piani, con persiane verdi e poggiuoli di legno sui quali si vedevano parecchi vasi, dove vegetavano tristamente alcune fucsie magellaniche a bottoni rossi corallini.
Era la più graziosa di quante se ne vedevano in tutta la cittaduzza e anche la più alta, dopo quella del governatore.
Pardoe, vedendo la porta socchiusa, la spinse ed entrò, togliendosi il berretto di pelle di guanaco. Si capiva subito che le persone che abitavano quella casa erano abituate ad un certo lusso, affatto sconosciuto ai poveri guasos magellanici.
Pardoe si era trovato in un salottino graziosissimo, colle pareti di doppie tavole di faggio, accuratamente incatramate affinchè il vento esterno non potesse passare fra le fessure e adorne di bellissime pelliccie di guanachi e di vigogne e col pavimentò coperto da grosse stuoie per combattere l’umidità.
Una piccola stufa di maiolica russava allegramente in un angolo spandendo all’interno un dolce tepore; in un