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Il Signor Lopez 53


— Amico Pardoe, — disse il vecchio, che pareva avesse riacquistata, tutto d’un tratto, l’antica energia. — Credi possibile organizzare una spedizione di soccorso? Possiedo abbastanza denaro per armare una nave e sono pronto a sacrificare ogni mia ricchezza pur di strappare Alonzo alla morte e far felice Mariquita.

— La stagione, signor Lopez, — rispose il baleniere, — è tutt’altro che propizia per intraprendere una crociera sulle coste della Terra del Fuoco.

Le tempeste scoppiano frequenti e con tale furia da spaventare anche le navi di grosso tonnellaggio ed i ghiacci a quest’ora hanno già cominciata la loro emigrazione verso il nord. Pericoli ne dovremo affrontare e moltissimi su quelle spiagge battute senza posa da ondate formidabili; tuttavia io sono del vostro parere.

Vi è una sola difficoltà e, certamente, grave.

— Quale?

— Di trovare la nave.

— A Valdivia e nei porti del Chilì ve ne sono in abbondanza.

— Sarebbe un mese perduto e non dobbiamo dimenticare che Alonzo a quest’ora deve essere senza viveri o quasi, anche ammettendo che nella pesca della balena abbia perduto degli uomini e che i superstiti si siano messi a razione.

— E li lasceremo noi perire senza nulla tentare per salvarli? — chiese il signor Lopez con voce triste. — Se Alonzo morisse, Mariquita non gli sopravviverebbe. —

Il baleniere era rimasto silenzioso, guardando il fondo della sua ciotola ancora piena di chicha, come se sperasse di trovare là dentro un’idea.

— Ascoltatemi, — disse ad un tratto. — Vi è un uomo, audace marinaio quanto e forse più di Alonzo, che conosce