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Un dramma su un banco di ghiaccio 297


Il baleniere, sospinto anche dall’onda, potè riaccostarlo e deporre sul banco Mariquita.

— Mio padre!.... Mio padre! — gemette la povera fanciulla.

Piotre aveva girato intorno uno sguardo.

— Eccolo! — gridò.

Due uomini si affannavano fra la spuma, facendo sforzi prodigiosi per tenersi a galla: erano il signor Lopez e Alonzo.

Il primo non sembrava che avesse sofferto in quel terribile capitombolo; l’altro invece aveva la testa sanguinante. Qualche pezzo di ghiaccio, staccatosi dalla collina, doveva averlo colpito. Piotre si era gettato nuovamente in acqua. Raggiungere il signor Lopez e trarlo sul banco, fu cosa di pochi istanti.

— Grazie, Piotre, — mormorò il vecchio. — All’altro ora. È ferito e sta per affogare. —

Il baleniere, invece di tornare ad immergersi, incrociò le mani sul petto, guardando freddamente Alonzo che sembrava agli estremi.

— Piotre! — gridò Mariquita. — Non lo lasciar morire! Sii ancora generoso. —

Il baleniere ebbe un’ultima esitazione, poi disse:

— È vero, vi avevo promesso di ricondurvelo salvo a Punta Arenas. —

E si slanciò risolutamente fra le onde.

Aveva raggiunto Alonzo e stava per afferrarlo, quando questi con una spinta gli fu addosso serrandogli le mani attorno al collo e avvinghiandoglisi colle gambe alla persona per impedirgli di nuotare.

— Lasciami! — rantolò Piotre che si sentiva affondare e soffocare.

— No, — ruggì Alonzo. — Morremo insieme e nessuno avrà Mariquita. —