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In cerca di Piotre | 247 |
— Si preparano ad assalire l’uomo che ha acceso il fuoco nel cimitero dei marangoni.
— E quell’uomo può essere Piotre! — esclamò Pardoe.
— Presto, a terra, — comandò il signor Lopez, armando la carabina. — Prendiamo alle spalle quei luridi mangiatori di carne umana. —
La scialuppa non era lontana che un centinaio di passi dalla spiaggia e non era stata ancora scorta dai selvaggi, essendo quel tratto di mare ingombro di scogliere.
I marinai, con pochi colpi di remo attraversarono quel breve spazio, arenando profondamente la baleniera fra i fuchi che formavano un vero letto lungo tutta la costa.
— Sbarcate tutti ed in silenzio, — comandò il signor Lopez. — Assaliamoli di sorpresa. —
Erano tutti bene armati di buoni moschetti e di pistole, inoltre l’esploratore aveva una carabina a due colpi, fedele compagna dei suoi lunghi viaggi attraverso la pampa della Patagonia e dell’Araucania.
Salirono rapidamente la sponda, tenendosi nascosti dietro una fila di rocce e giunsero a duecento passi dalla parete granitica, dalla cui spaccatura uscivano nuvole di fumo che il vento subito disperdeva.
Due dozzine di selvaggi, armati di archi, di lancie e di mazze, s’avanzavano cautamente e nel più profondo silenzio verso l’apertura che doveva condurre nel cimitero dei marangoni.
Probabilmente erano gli stessi che avevano dato la caccia a Piotre, e ne avevano dapprima smarrito le traccie e poi le avevano ritrovate; oppure erano stati attirati in quel luogo dalla colonna di fumo.
I bricconi, che non avevano rinunciato alla speranza di assaggiare le giovani carni della bella araucana, pareva che questa volta si credessero sicuri di tenere in mano la loro