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242 | Capitolo XVII. |
altri, benchè avesse dato qualche prova di devozione, guidandoli fino alla spiaggia e prendendo parte alla difesa.
— Lo cercheremo insieme, — disse poi. — Vi possono essere ancora degli Ona dispersi sulla costa e potrebbero prenderti e ucciderti.
— Non mi sbarcherete qui, — disse il cacciatore. — Il vostro capitano non sarà così vicino.
— Vedremo, — rispose evasivamente il vecchio pescatore. — Se si alzasse questa dannata nebbia, si potrebbero fare dei segnali alla Quiqua e far accorrere un’altra scialuppa con dei rinforzi. Il vento soffia forte. Speriamo che disperda presto questi vapori. —
La scialuppa s’avanzava penosamente verso il sud della baia, vivamente sballottata dalle onde che entravano liberamente in quel vastissimo bacino male riparato, e che rimbalzavano contro le scogliere.
Si teneva più che le era possibile presso la spiaggia e di quando in quando ora l’uno ora l’altro marinaio sparavano un colpo di pistola, colla speranza di ricevere qualche risposta da Piotre.
Gli Ona pareva che avessero abbandonata la costa e che avessero riguadagnati i loro umidi ed impenetrabili boschi. Disperando ormai di poter raggiungere i fuggiaschi e non osando, colle loro deboli piroghe, di avventurarsi sulle acque della baia e paghi forse di essersi impadroniti di due marinai, sorpresi prima dell’assalto generale, avevano certamente rinunciato ai loro progetti.
Fors’anche erano stati indotti a ritirarsi, per paura che la nave si accostasse e sbarcasse dei rinforzi.
Il vecchio Pardoe, non udendo più le loro grida e completamente rassicurato da quella parte, si teneva sempre più verso la spiaggia, tendendo gli orecchi e facendo raddoppiare i segnali sia colle pistole, sia colla voce.