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In cerca di Piotre 239


— Bisogna cercarli, — disse papà Pardoe.

— E il capitano? — chiese un marinaio.

— Non ho alcun timore per lui, — rispose il baleniere. — È tale uomo da far fronte a cento selvaggi e lo ritroveremo su qualche punto della costa. Egli deve essere già in salvo, te lo dico io, e anche la signora Mariquita. Quando saremo sulla scialuppa lo cercheremo. —

Erano giunti, sempre correndo, sulla spiaggia, in prossimità della piccola cala dove avevano veduto i fuegini che pescavano aiutati dai cani.

Papà Pardoe si guardò alle spalle. Gl’inseguitori non erano ancora comparsi, quantunque si udissero sempre le loro grida provenire da varie direzioni.

— Cercano di spingersi verso il mare accerchiandoci, — disse. — Presto, alla scialuppa o li avremo tutti addosso. —

Si misero a seguire la costa, risalendola verso il settentrione, chiamando sempre i loro camerati e sparando qualche colpo di pistola.

Avevano già percorsi, tutto d’un fiato, trecento metri, quando il cacciatore di guanachi gridò:

— Un canotto!.... —

— Il nostro? — chiese Pardoe.

— Non mi sembra uno di quelli che si costruiscono qui.

— E non vedi nessun uomo? —

Il cacciatore stava forse per rispondere, quando cadde violentemente fra i muschi ed i fuchi che coprivano la spiaggia.

— Un uomo morto! — gridò, rialzandosi precipitosamente.

Papà Pardoe, in preda ad un’angoscia inesprimibile, si era slanciato innanzi. Vi era un uomo, un selvaggio quasi nudo, disteso fra i fuchi, colla testa fracassata. Il vecchio lo guardò attentamente ed impallidì.