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Il Cimitero dei Marangoni 233

ben secco, battè la pirite sulla costola del coltello, traendone numerose scintille e accese il muschio, gettandovi subito sopra i rami di berberis ed i fuchi.

Una bella fiamma, brillantissima, che spandeva all’intorno un vivo calore, s’alzò, illuminando le rupi e l’arcata.

L’araucana si era trascinata vicina al fuoco, mentre Piotre si levava la grossa casacca di lana, mettendola ad asciugare su due rami piantati nel suolo.

Stette un momento ritto dinanzi al fuoco, guardando Mariquita, il cui viso a poco a poco si ricoloriva, poi si mise a sedere sulla punta d’una roccia che usciva fra gli ossami, a pochi metri da quel focolare improvvisato.

— Piotre, — disse la giovane, con voce timida. — Sedete più vicino; il calore non arriva fino a voi e dovete aver freddo. —

Il baleniere fece col capo un gesto di diniego, ma aprì le labbra. Era ritornato cupo e triste ed il suo viso di quando in quando si contraeva dolorosamente, come se una tremenda bufera imperversasse nel suo cuore.

Anche nei suoi occhi era ricomparsa quella fiamma sinistra che già ella aveva scorta nel momento in cui era sfuggita al contatto delle labbra di lui.

Stette silenziosa qualche istante, osando appena guardarlo, poi gli domandò:

— Perchè tutte queste penne e tutte queste ossa qui? Sapreste dirmelo, Piotre?

— È un cimitero di marangoni,1 — rispose il baleniere seccamente.

— Siete preoccupato, Piotre; pensate ai vostri uomini?

— Ascolto il vento che fischia al di fuori.

  1. Gli uccelli marini, chiamati marangoni, hanno l’abitudine di andar a morire tutti in uno stesso luogo, quando si sentono prossimi a terminare la loro esistenza. Questi cimiteri sono numerosi nella Terra del Fuoco.