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Il Cimitero dei Marangoni 223


— No, — rispose la giovane quasi distrattamente. — Che cosa farete?

— Dovremo aspettare che la nebbia si alzi.

— E papà Pardoe?

— Spero che sarà riuscito a mettersi in salvo o a respingere l’assalto dei fuegini. Avevano tutti munizioni abbondanti e questi selvaggi non resistono a lungo alle armi da fuoco che ispirano loro un terrore superstizioso.

— E dove sarà la scialuppa?

— Non ne ho nessuna idea precisa.

— Ho freddo, Piotre. Se cercassimo un rifugio? —

Il baleniere, invece di rispondere, si era curvato verso la foresta, ascoltando attentamente.

— Datemi le vostre pistole e ricaricate le mie, — disse ad un tratto. — Noi siamo ancora inseguiti.

— Non ho udito nulla.

— Eppure non m’inganno, Mariquita, — rispose il baleniere. — I selvaggi non ci hanno ancora lasciati.

— Dove fuggire ora? Saranno molti?

— Maledizione! — esclamò Piotre. — Se avessi almeno una carabina fra le mani! —

Due file di ombre che scendevano l’una a destra l’altra a sinistra, minacciando di prenderlo in mezzo, lo fecero ammutolire. Erano due bande di selvaggi che calavano verso la spiaggia coll’evidente intenzione di costringerlo ad arrendersi o di spingerlo verso il mare. Arrendersi era una morte sicura, sapendo Piotre che aveva da fare con antropofaghi ghiottissimi di carne umana, che non avrebbero risparmiato nè lui nè Mariquita; una resistenza era pure impossibile dinanzi ad un nemico così numeroso e probabilmente risoluto. Non vi era che un solo scampo: quello di gettarsi in acqua e cercare di raggiungere qualche scogliera per attendere poi colà qualche soccorso da parte della scialuppa o della bale-