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Il tradimento 217


Il selvaggio ebbe un’ultima esitazione, poi disse bruscamente, come se avesse preso una improvvisa risoluzione:

— Sì, ti condurrò là dove si è sfasciata la nave e ti mostrerò anche i rottami. —

Ad un tratto s’alzò e parve che tendesse gli orecchi. In quell’istante un grido era sfuggito a papà Pardoe;

— L’jacmusa è sparito!.... —

Era proprio vero. Lo stregone, avendo notato che nessuno più faceva attenzione a lui, pian piano era scivolato attraverso uno squarcio della capanna, che prima non era stato osservato.

Piotre si era gettato dinanzi a Mariquita, armando precipitosamente le pistole, intuendo un tradimento.

— Se volete salvarvi, fuggite subito, — disse Pardoe. — Gli Ona devono essersi accordati per trarci in un agguato.

— Come lo sapete voi? — chiese Piotre.

— Me n’ero accorto. —

Il cacciatore di guanachi intanto aveva staccato dal tetto della capanna una scure di pietra ed una lancia. Uscì rapidamente, seguito da Piotre, da Mariquita e dagli altri.

Tutti avevano armate le pistole e passati i coltelli nelle fascie, per essere più pronti a servirsene.

— Non temete, Mariquita, — disse Piotre. — Prima che arrivino a voi, bisognerà che passino sul mio corpo. Miserabili! Dovevo aspettarmi questo tradimento!

— Non ho paura, Piotre, — rispose la giovane, stringendo con mano sicura il calcio delle pistole.

— Sì, lo so, siete figlia d’una razza che non ha mai tremato. Stringetevi a noi altri e non sparate che a colpo sicuro.

Fortunatamente i fuegini hanno paura delle armi da fuoco. —

Al di fuori non si vedeva nessun indigeno, nè si udiva