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216 | Capitolo XV. |
— Non lo so.
— Si sono salvati tutti?
— No, uno solo, l’uomo dalla barba nera che è stato adottato dalla tribù.
— E gli altri? —
Il selvaggio guardò Piotre con aria imbarazzata, senza rispondere.
— Sono stati uccisi? — chiese il baleniere, con tono di minaccia.
— Non so nulla, perchè il giorno dopo partii per la caccia dei guanachi.
— Non li hai più veduti?
— Soltanto l’uomo dalla barba.
— Quelle canaglie li hanno divorati, ne sono certo, — disse papà Pardoe. — Razza di furfanti! Noi li vendicheremo a tempo opportuno.
— Dimmi, — proseguì Piotre, — puoi tu assicurarmi che quell’uomo sia ancora vivo?
— Quando le nostre tribù adottano un naufrago, lo rispettano. Se lo uccidessero, Yaco-ena si vendicherebbe crudelmente. Quell’uomo deve essere ancora vivo e lo ritroverai, — rispose il selvaggio.
— E se questo cacciatore mentisse? — chiese Mariquita, che frenava a stento le lagrime. — Se c’ingannasse?
— Verresti con noi? — chiese Piotre, volgendosi al selvaggio. — Se tu ci conduci là dove si è spezzata la nave, io ti darò dei regali finchè vorrai.
— Anche delle armi che tuonano? — chiese il cacciatore.
— Sì, anche delle armi.
— Non mi mangerai dopo?
— Gli uomini bianchi non divorano le persone.
— Oh! sì, è vero.
— Vuoi venire? —