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208 | Capitolo XV. |
— No, — rispose questi, — sarà tornato alla sua capanna.
— Eppure tu mi avevi detto che poco fa era qui, — disse Piotre, assai contrariato.
Lo stregone raggiunse i pescatori e scambiò con loro alcune parole che nè il baleniere nè papà Pardoe poterono comprendere.
I selvaggi raccolsero i loro pesci ponendoli dentro una pelle di guanaco, chiamarono i cani, quindi s’allontanarono con una certa velocità, dirigendosi verso i boschi.
— Perchè se ne vanno? — chiese Piotre allo stregone, il quale era tornato.
— Ho detto loro di avvertire Takà del vostro arrivo e di aspettarvi.
— Andremo a trovarlo?
— Sì.
— Dove si trova la sua capanna?
— In mezzo al bosco. —
Piotre guardò papà Pardoe.
— Potremo fidarci di quest’uomo? — gli chiese.
— Lo terremo in ostaggio fino a cosa finita, — rispose il vecchio. — È bensì vero che questi stregoni non godono molta considerazione fra i loro compatriotti, tuttavia sono temuti e non ce lo lasceranno in mano.
Al primo indizio d’un tradimento, lo manderemo a trovare Yam-ena.
— Che non ci tendano un agguato in mezzo ai boschi? C’è poco da fidarsi di questi isolani.
— Siamo armati, capitano, e sapremo difenderci. E poi, pensate che forse quel cacciatore può darci notizie importanti sul naufragio della Rosita e risparmiarci delle lunghe ricerche.
— Andiamo, — disse Piotre allo stregone, il quale aspettava i suoi ordini. — Ti avverto intanto che noi non ti la-