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Lo stregone 205

sacrato, il signor Alonzo, nella sua qualità di comandante, sarebbe stato risparmiato. D’altronde, se questo stregone non ha mentito, fra poco sapremo qualche cosa sulla sorte toccata a quei disgraziati, purchè non si tratti di qualche altra nave, ciò che non sarebbe impossibile. —


CAPITOLO XV.

Il tradimento.

La scialuppa, sempre preceduta dal piccolo canotto dei fuegini, in meno di venti minuti raggiunse l’estremità della baia di S. Sebastiano, fermandosi dinnanzi ad una costa che in quel luogo scendeva dolcemente verso il mare, permettendo lo sbarco.

Era tutta sparsa di muschi impregnati d’acqua, di cozze e di ammassi di conchiglie, disposte con un certo ordine, avendo quegli isolani l’abitudine di non rigettarle mai in mare dopo di avele vuotate, per timore che i bivalvi viventi ancora nell’acqua, possano accorgersi della sorte che loro spetterebbe se venissero presi, e fuggano lontani dalle coste.

Più sopra, sul pendio, vi erano abbondanti cespugli di berberis, gruppi di felci dal tronco piuttosto grosso e macchioni di faggi e di drimys, in mezzo ai quali si vedevano volteggiare, gridando a piena gola, dei pappagalli fuegini e dei troglo-dytos che hanno un gorgheggio curiosissimo e assai gradevole.

Non si scorgeva invece nessuna capanna, nè alcuna colonna di fumo che indicasse la vicinanza di qualche accampamento.