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Un dramma marittimo | 19 |
CAPITOLO II.
Un dramma marittimo.
La scialuppa aveva girato il capo meridionale di porto Stokes ed ora s’avanzava verso l’oceano, lottando faticosamente contro le onde che l’assalivano con violenza, non essendo più protetta dalle scogliere che fino allora avevano fatto argine, scemandone la furia.
Il Pacifico offriva uno spettacolo poco rassicurante, quantunque in quel momento nessuna raffica soffiasse dalla Terra del Fuoco. I cavalloni, trovando ostacolo nella barriera d’isole che si stendono lungo tutte le coste della Desolazione, rimbalzavano rabbiosamente, con detonazioni così violente che parevano prodotte da centinaia di pezzi d’artiglieria.
Si spezzavano, tornavano a formarsi risalendo le coste con impeto irrefrenabile, poi ridiscendevano tumultuosamente lasciando scoperti gli scogli e le spiaggie per lunghi tratti. Quindi riprendevano i loro formidabili assalti causando delle contro-ondate estremamente pericolose, anche per una scialuppa così grossa e così robusta come era quella montata dai minatori delle huaneras.
In mezzo a quelle masse liquide giocherellavano, dirigendosi tutti verso la balena, centinaia e centinaia di micropteri, uccellacci strani, grossi come oche, colle ali così brevi da non permettere loro di volare e che pure in acqua nuotano con incredibile rapidità, aiutandosi coi loro moncherini