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184 Capitolo XIII.

servire per la cena, quantunque la loro carne sia mediocre e puzzi di pesce rancido, sapore sgradevolissimo, ma che si può in parte togliere privando quei volatili del loro grasso.

Vedendo Mariquita accostarsi, il vecchio lupo di mare, che già l’aveva osservata a parlare con Piotre, indovinò subito che doveva fargli qualche seria comunicazione.

— Burrasca, signora Mariquita? — chiese. — Ho veduto il capitano andarsene un po’ stizzito e di cattivo umore.

— Hai udito mai parlare d’un capitano Bernard? — domandò la giovane.

— Bernard! — esclamò papà Pardoe, terminando di torcere il collo al quinto booby e pensando un momento su quel nome. — Che cosa può interessarvi la storia del suo naufragio, che è avvenuto trentaquattro o trentacinque anni or sono?

— Chi era?

— Un capitano della marina americana a cui gl’inglesi giuocarono un pessimo tiro, abbandonandolo su di un’isola deserta che si trova in questi paraggi.

— Morto di fame e di freddo su quell’isola?

— No, signora Mariquita, anzi scommetterei che vive ancora in qualche angolo dell’America del nord. Ah! È una gran bella storia, comica e dolorosa ad un tempo.

Ma perchè mi parlate di quel povero Bernard?

— Perchè Piotre mi ha detto che anche sulle isole deserte di queste regioni, i naufraghi vi possono vivere senza correre il pericolo di morire di fame e di freddo.

— Suppone che la Rosita, invece di essere stata spinta verso la terra del Fuoco, si sia spezzata od arenata su qualche isola? — chiese papà Pardoe. — Eh, se così fosse avvenuto sarebbe meglio pei naufraghi.

— E non correrebbero il pericolo di morire di fame?

— No, signora, no; gli uccelli marini abbondano su quelle