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Fra i ghiacci | 165 |
— Vinceremo, padre mio.
— È appena cominciata la lotta.
— Finchè non vedrò il volto di Piotre impallidire, non mi preoccuperò del pericolo.
— È sempre calmo?
— Calmo, padre.
— Che uomo!
— Sì, un uomo forte, — rispose Mariquita con voce lenta.
— Guarda quelle due montagne, figlia mia. Si direbbe che hanno una voglia matta di abbracciarsi sopra di noi. —
La giovane diede uno sguardo ai due ice-bergs, poi rivolse nuovamente le spalle alle montagne mostrando il suo bel viso a Piotre.
L’ex esiliato pareva che sentisse lo sguardo della giovane. Quando il pericolo era cessato e subentrava un istante di calma, i loro occhi s’incrociavano e sul viso del fiero marinaio passava un rapido fremito.
Sentiva per istinto che Mariquita ammirava la sua audacia e ciò lo spingeva a scherzare con maggior temerità colla morte.
Sotto la sua mano di ferro la nave gli ubbidiva, come se fosse un essere animato. La lanciava con pazza temerità contro i ghiacci, radendo i margini delle montagne, pronto a sfuggirle quando là stringevano troppo da vicino; l’avventava contro i banchi che si divertiva a fracassare, facendo rombare cupamente la stiva e scricchiolare la carena; quando due ghiaccioni minacciavano di chiudere il canale, non esitava a cacciarvisi in mezzo, scivolando in uno spazio così ristretto che le estremità dei pennoni toccavano i mostruosi bastioni di quei colossi.
Pareva che si divertisse a giuocare colla morte ed a far impallidire il suo equipaggio.