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160 | Capitolo XI. |
nave. L’ansietà aveva resi muti i marinai. Tutti i cuori trepidavano; due soli non tremavano ancora: quello di Piotre e quello di Mariquita.
CAPITOLO XII.
Fra i ghiacci.
La barriera di ghiaccio vista di fronte era davvero imponente, quantunque non sembrasse molto profonda. Erano due o trecento montagne, tutte enormi, divise da banchi di estensioni notevoli, i quali pure cercavano di forzare il passo per invadere lo stretto.
Lottavano fra di loro per sorpassarsi, portati dalla corrente e spinti dagli ice-bergs che premevano poderosamente sui loro fianchi.
Si spostavano continuamente con assordanti detonazioni, ora alzandosi quasi ad arco sotto lo sforzo incessante dei colossi, ed ora spezzandosi in migliaia di frammenti.
Dei canali si formavano qua e là, che subito venivano occupati da altri ghiacci i quali a loro volta subivano la stessa sorte dei primi. Le pressioni che esercitano i banchi quando il freddo li ingrossa e li dilata o quando le montagne li premono è tale, che nessuna nave per quanto solida e ben costruita, potrebbe resistere oltre cinque minuti. Le sfondano i fianchi, fracassandole i puntelli, e si riuniscono attraverso la stiva, tagliando così la nave in due parti. Se non la stritolano la sollevano ed allora la nave rimane prigioniera